Un ex poliziotto, sospeso e licenziato lo scorso anno per traffico di droga, è l'autore della strage di innocenti in Thailandia. L'uomo è entrato armato di coltello e pistola in un asilo nella città di Uthai Sawan a 500 km a nord-est di Bangkok, nella provincia di Nong Bua Lamphu e si è portato via la vita di 34, tra bambini e adulti, prima di rivolgere l'arma su e stesso ed uccidersi. Tra le vittime, la moglie, il figlio e altri familiari. Una violenza sorda, inumana nella dinamica della ricostruzione che gli inquirenti stanno effettuando grazie ai pochi sopravvissuti; poco dopo il pasto dei piccoli, l'uomo, sotto una pioggia battente, si è intrufolato nella stanza dove i bimbi stavano dormendo e li ha uccisi con un coltello. 22 le piccole vittime uccise all'arma bianca, altre 3 sono state colpite da proiettili. L'uomo, pistola in mano, si è spostato in un'altra stanza della struttura e ha sparato uccidendo ancora; tra le vittime, una donna all'ottavo mese, la moglie ed il figlio. Poi ha rivolto l'arma contro se stesso e si è sparato. Dei 30 piccoli che questa mattina si trovavano al nido, solo 8 sono sopravvissuti. Il premier thailandese Prayut Chan-o-cha ha ordinato un inchiesta sullo spaventoso massacro e ha espresso il suo profondo dolore e condoglianze alle famiglie delle vittime. Prayut, in un comunicato facebook, ha chiesto di far luce nel più breve tempo possibile sul movente. Le indagini partono dall'udienza al processo per droga che vedeva l'uomo imputato. Il suo folle gesto sarebbe stato compiuto dopo la convocazione in aula.