“Non ne sapevo nulla fino ad un paio di giorni fa”. Donald Trump, in un’intervista alla Reuters, risponde così a chi gli chiede da quanto fosse a conoscenza dell’incontro fra suo figlio Donald Junior e l’avvocatessa russa dello scorso giugno, ora al centro delle polemiche e delle indagini sul Russiagate. Il Presidente già via Twitter aveva difeso il suo primogenito sostenendo che si fosse comportato in modo onesto, trasparente ed innocente, ribadendo che quella nei confronti della sua Amministrazione è la più grande caccia alle streghe della politica americana. Con Reuters ha poi ulteriormente precisato che il colloquio tra il figlio e l’avvocatessa non è comunque qualcosa di eccezionale e che in molti si sarebbero comportati esattamente come Donald Junior. Certo, però, questa vicenda non fa che avvicinare ancora di più il Russiagate allo Studio Ovale, anche perché restano le mail di Donald Junior da cui si evince chiaramente la sua speranza di ricevere informazioni compromettenti su Hillary Clinton da qualcuno che gli era stato presentato come molto vicino al Cremlino. Alla fine l’incontro si è rivelato un buco nell’acqua ma resta comunque una questione delicata, secondo i democratici al limite dell’alto tradimento. Per non parlare dell’impatto mediatico che continua ad avere il Russiagate in un momento in cui il Presidente vorrebbe, invece, focalizzare l’attenzione e l’energia sulla riforma sanitaria, sul taglio delle tasse, sui grandi temi di politica internazionale. Non a caso oggi e domani Trump sarà in Francia per partecipare con il neopresidente Emmanuel Macron alle celebrazioni per la presa della Bastiglia e per il centenario della partecipazione degli Stati Uniti alla Prima Guerra Mondiale. Sarà difficile evitare che gli appuntamenti con la stampa si trasformino, anche in questi due giorni, in dei duelli sul Russiagate.