A Rafah va in scena il teatro dell'assurdo organizzato dal Presidente americano e dal Primo Ministro di Israele. L'inviato di Trump, Steve Witkoff, non cammina tra le rovine, non entra negli ospedali dove i bambini muoiono di fame, ma si ferma al confine Sud della Striscia di Gaza. L'ambasciatore degli Stati Uniti in Israele, Mike Huckabee, che accompagnava l'inviato del Presidente Trump, ha elogiato il lavoro della Gaza Humanitarian Foundation e il suo controverso meccanismo di aiuti umanitari sostenuto da Washington. "Fanno un lavoro straordinario", scrive il diplomatico su X. Ma da quando l'organizzazione umanitaria ha sostituito il meccanismo di distribuzione delle Nazioni Unite a maggio, i gruppi umanitari hanno espresso preoccupazione per le segnalazioni, quasi quotidiane, di palestinesi uccisi vicino ai siti che si trovano all'interno delle zone militari israeliane: almeno 1.373 secondo l'ONU. Lo scopo della visita, come scrive lo stesso Witcoff su X, era quello di fornire al Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, una chiara comprensione della situazione umanitaria. Dopo il sopralluogo durato cinque ore compresi gli spostamenti, il messaggero aggiornerà il Presidente che, scrive, sta già lavorando ad un piano per sfamare Gaza. Una presa di posizione concreta arriva dalla Lega Araba che con una dichiarazione senza precedenti, firmata tra gli altri da Qatar, Arabia Saudita, Egitto, Giordania e Turchia, i 22 Paesi membri dell'organizzazione internazionale si sono schierati all'unanimità contro Hamas, chiedendo la resa del gruppo terrorista e la liberazione degli ostaggi rapiti nell'attacco terroristico del 7 ottobre 2023. .























