Un attacco violento e improvviso, e per certi versi gratuito. Col passare delle ore il bilancio del bombardamento russo su Zaporizhzhia cresce ed evidenzia come gli obiettivi fossero solo civili. Una Zaporizhzhia che nemmeno una settimana fa, dopo l'approvazione dei referendum farsa, e di una trionfalistica cerimonia, è stata dichiarata parte della nuova Russia. La prova, se mai fosse necessario, che la situazione sul campo è drammatica per le forze di occupazione, se sono costretti a bombardare una città che hanno dichiarato sotto il loro controllo. Ad un mese dal lancio della controffensiva ucraina il quadro è completamente mutato a favore di Kiev. Kharkiv e Izium sono controllate dalle forze ucraine e Donetsk è contesa, ma sembra sul punto di cedere mentre Zaporizhzhia appunto è completamente accerchiata. La Russia è stata costretta a bombardare dal territorio bielorusso per la prima volta dopo il 28 agosto segno forse di stretto spazio di manovra per le sue truppe in Ucraina. A questo va aggiunto il bilancio delle perdite russe. E' vero la fonte è Kiev ma anche valutando che sia un calcolo in eccesso, 61000 morti rappresentano un pesante fardello per Mosca. Non ci sono solo però cattive notizie per Putin, anche il Presidente ucraino ha di che preoccuparsi, Zelensky infatti punta nuovamente il dito contro Mosca per aver deportato circa 1 milione e 600mila ucraini in Russia. Una tragedia immane. C'è poi l'irritazione americana per il caso Dugina, Daria, figlia dell'ideologo ultranazionalista Alexander Dugin ucciso in un attentato il 20 agosto scorso. Secondo un'indiscrezione del New York Times alcune fonti di intelligence USA avrebbero sostenuto che i mandanti sarebbero i Servizi Ucraini. "Noi non li avremmo autorizzati", ha concluso la fonte un messaggio, neanche troppo velato, da parte dell'amministrazione Biden che in buona sostanza avverte Kiev di non avere carta bianca nelle vendette contro la Russia.