I cieli dell'Ucraina tornano a fare paura. Dalle prime ore del mattino un allarme aereo ha risuonato in tutte le regioni del Paese. "I cittadini si nascondino nei rifugi", questo l'invito lanciato a tutti gli ucraini dopo la notizia del decollo dal territorio bielorusso di un caccia di produzione sovietica. Così, a poco più di 24 ore dalla riconquista di Kherson, le forze russe hanno ricominciato a prendere di mira le zone tattiche del conflitto. A Zaporizhzhia, dove si trova la più grande centrale nucleare d'Europa, le Forze dell'Ordine hanno fatto evacuare i residenti dopo un attacco missilistico sulla zona. Bombardamenti massicci anche sulla centrale idroelettrica di Kakhovka. Sul fronte diplomatico la prospettiva dei negoziati si allontana, dopo che il Ministro degli Esteri Russo Sergey Lavrov si è rifiutato di lavorare a un accordo con Stati Uniti e alleati. Mentre Kiev si dice aperta a un possibile negoziato, ma solo a condizione che il Donbass venga liberato. Intanto nella Kherson liberata, se da un lato si festeggia, dall'altro si affronta la sfida della sopravvivenza. La situazione umanitaria nella città è gravissima. Le persone sono rimaste senza acqua, medicine, pane ed elettricità, il tutto mentre le conseguenze della guerra minacciano non solo il futuro dei cittadini ma anche il passato del Paese, quello storico, culturale e artistico. Prima di ritirarsi infatti l'esercito russo non ha solo distrutto tutte le infrastrutture ma ha anche saccheggiato i musei, portando via 15.000 opere d'arte.























