Guerra di dichiarazione a distanza tra Mosca e Kiev, l'annuncio trionfalistico di Putin arriva perentorio. Le nostre truppe stanno completando la sconfitta del gruppo di forze nemiche nella regione di Kursk, che sono da considerare terroristi. Il presidente ucraino Zelensky di rimando ribatte: è disinformazione russa, lì non c'è alcun accerchiamento e i nostri ragazzi stanno svolgendo i compiti richiesti per l'Ucraina. Dal Cremlino, arriva inoltre la conferma riguarda lo scambio di 175 prigionieri da entrambe le parti, oltre a 22 soldati ucraini feriti. Un piccolo segno di distensione nel frastuono delle armi. L'accordo è uno dei punti concordati durante la tanto attesa telefonata di martedì tra il presidente americano e russo Donald Trump e Vladimir Putin. Gli attacchi reciproci tra Mosca e Kiev sono comunque continuati. I militari russi hanno bombardato con infrastrutture energetiche che alimentavano la rete ferroviaria dell'Ucraina centrale, gravi danni, ma il traffico non è stato interrotto. Tutto questo nonostante il Cremlino, nel suo resoconto ufficiale della telefonata tra i due leader, avesse scritto che Putin, dopo aver accettato la proposta americana di mettere fine ai bombardamenti alle infrastrutture energetiche ucraine, avesse dato immediatamente l'ordine alle truppe russe. Più vago invece il comunicato della Casa Bianca, stigmatizza il percorso verso la pace inizierà con un cessate il fuoco per l'energia e le infrastrutture, senza definirne però i tempi. Il Cremlino da parte sua accusa l'Ucraina di non mostrare reciprocità nella cessazione degli attacchi alle infrastrutture energetiche ed evidenzia il raid sul suo territorio. Droni ucraini hanno colpito depositi di greggio nella zona orientale vicino al confine. Bombardato dai russi anche un ospedale a Sumi, Ucraina. nordorientale. Altro nodo controverso del colloquio tra Trump e Putin resta quello sullo stop degli aiuti militari a Kiev. La Casa Bianca nega che la questione sia stata discussa, mentre il Cremlino insiste e ribadisce che i due leader hanno affrontato l'argomento che costituisce una priorità negoziale. Non toccate invece le questioni dei territori occupati e della forza di peacekeeping. .