Sindaco Istanbul: "Il mio arresto è un golpe"

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1 giorno fa

Il presidente turco Tayyip Erdogan forse ha paura. Paura di perdere il suo potere, paura di non riuscire a piegare la Costituzione per ottenere un nuovo mandato, paura che l'uomo che gli ha tolto la città di Istanbul possa portargli via anche il resto del Paese. Ma Ekrem Imamoglu, e il popolo che lo sostiene, non ne hanno. Nonostante i divieti, migliaia si sono radunati davanti la sede del municipio, fuori dalle università e nelle piazze della Turchia, mentre la polizia erigeva barricate e arrestava decine di persone per aver pubblicato post giudicati sovversivi sui social media. Dal carcere, il leader dell'opposizione definisce il suo arresto un golpe e arringa la folla che manifesta il suo sostegno. "Sarachane è la piazza della democrazia di Istanbul, proteggete la democrazia e la vostra volontà". Poi l'appello ai magistrati: "Non restate in silenzio", scrive. Il presidente turco da parte sua cerca di tenere toni bassi e commenta così l'arresto del sindaco di Istanbul: "L'opposizione", dice "cerca di coprire gli errori interni con errori ancora più grandi". La polizia turca aveva arrestato il più forte rivale di Erdogan, capace di parlare alle diverse anime del Paese, accusandolo di terrorismo e corruzione, ma in realtà è l'accusa condivisa. Il Presidente turco vuole solo eliminare tutti i possibili contendenti in vista delle prossime elezioni presidenziali. Imamoglu si è visto persino cancellare il titolo di studio per impedire la sua candidatura. L'ondata di arresti arriva dopo mesi di repressione dell'opposizione in Turchia. A novembre, Erdogan aveva rimosso alcuni sindaci eletti dall'opposizione per poi sostituirli con altri nominati dal governo come denunciato da Human Rights Watch. .