"Salverà migliaia e migliaia di vite", afferma Kiev. "Porterà la morte di ancor più ucraini.", replica invece Mosca. Il botta e risposta tra Vladimir Zelensky e Dimitry Peskov, portavoce del Cremlino, ruota tutto intorno al si sui fondi per l'Ucraina della Camera dei rappresentanti americana, dopo l'imbarazzante stallo del provvedimento per l'ostruzione dei repubblicani più vicini a Donald Trump. Lo speaker della camera Mike Johnson, anche lui repubblicano, si è giocato molto forzando la mano ai suoi compagni di partito, ha anche una mozione di sfiducia per ora congelata. Mentre per il Presidente Joe Biden, che attende il si definitivo dal Senato a maggioranza democratica per apporre la sua firma sul pacchetto di aiuti, la soddisfazione per l'accordo raggiunto è significativa. "I membri di entrambi i partiti alla Camera hanno votato per promuovere i nostri interessi di sicurezza nazionale ed inviare un messaggio chiaro sulla potenza della leadership americana sulla scena mondiale.", afferma infatti Biden elogiando il voto bipartisan. La legge prevede 60,8 miliardi di dollari di aiuti a Kiev soprattutto in tema di forniture militari ad iniziare dai Patriot, sistemi di difesa aerea che Zelensky chiedeva con forza da tempo. Un primo blocco sarebbe già in fase di pianificazione dal Pentagono con tempi di consegna rapidi, si parla della prossima settimana essendo diverse munizioni ed armamenti in territorio europeo. Sul campo del resto la situazione resta critica. Mosca ha attaccato la regione di Zaporizhzhia 390 volte nelle ultime 24 ore secondo Kiev, mentre a Belgorod in territorio russo le autorità parlano di almeno due vittime a seguito di un attacco con i droni ucraini. Intanto anche la Crimea torna al centro del conflitto, i miliziani russi filo-ucraini del gruppo Atesh affermano infatti di avere attaccato Sebastopoli, parlando di perdite proprio nelle fila russe.