De-escalation da un lato, assistenza militare dall'altro, sullo sfondo aiuti finanziari e azioni congiunte per il futuro. Appuntamento telefonico tra Joe biden e Volodymyr Zelensky, in una giornata di cerniera nella lunga crisi Ucraina aspettando le prossime mosse di Putin e giocando al suo stesso gioco. Perché se il Presidente russo ha trasformato per primo l'energia in strumento di politica estera, ora non è più solo a farlo, se ci sarà l'invasione del Ucraina, il Nord Stream 2 non andrà avanti, dice Victoria Nuland numero tre della diplomazia a stelle e strisce. Intanto la prima valutazione del Cremlino alle risposte occidentali alle sue preoccupazioni è stata neutra: bicchiere mezzo vuoto, perché la questione del veto all'allargamento ad est della NATO è stata rispedita al mittente, bicchiere mezzo pieno, perché su altri temi, dice Sergei Lavrov, si vede la possibilità di un vero dialogo. Sta al Presidente ora decidere come avanzare, mentre Washington invita sul palco anche Pechino chiedendo alla Cina di usare la sua influenza per scoraggiare l'opzione militare. Opzione che però sembra diventare sempre più concreta. Nelle ultime 24 ore il Pentagono nota l'aumento delle forze combattenti al confine, lì dove ora sarebbero arrivate anche unità mediche. L'Escalation, insomma, non si ferma.