La battaglia in Ucraina continua su più fronti, quello prettamente militare e quello ugualmente grave degli approvvigionamenti delle materie prime come il grano. La Russia ha annunciato sabato la sua decisione di sospendere a tempo indeterminato la sua partecipazione all'intesa siglata a luglio con ONU e Turchia per l'esportazione di tonnellate di grano, vitali per la sopravvivenza di milioni di persone. Il prezzo è subito schizzato alle stelle. La sospensione dell'accordo è stata decisa da Mosca in seguito all'attacco ucraino con droni alle navi della flotta del Mar Nero a Sebastopoli, in Crimea. Mosca ha anche chiesto una riunione del consiglio di sicurezza dell'ONU per domani. Nonostante lo stop della Russia 12 navi cariche di grano hanno lasciato i porti ucraini, le delegazione dell'ONU e della Turchia hanno messo a disposizione 10 squadre d'ispezione. Ankara, garante di quell'intesa, punta a ribadire il suo ruolo centrale di mediatore e si impegna a continuare gli sforzi al servizio dell'umanità per arrivare a un accordo, così recita una nota. Il ritiro della Russia dall'intesa pregiudica l'esportazione di due milioni di tonnellate di grano su oltre 200 navi già in mare, sufficienti a sfamare oltre sette milioni di persone. Intanto l'ONU e l'Unione Europea fanno sempre di stare lavorando affinché sia consentito il corridoio marittimo che permette ai prodotti alimentari e fertilizzanti di raggiungere il mondo e contrastare la crisi alimentare globale. Sul campo intanto l'Ucraina si è svegliata nuovamente sotto i raid russi, più di 50 missili da crociera sono stati lanciati oggi sul Paese delle forze russe, lo rende noto l'esercito ucraino. L'allarme antiaereo è scattato in tutto il territorio, bersaglio dei bombardamenti, come da settimane ormai, le infrastrutture energetiche in diverse regioni. Alcune esplosioni hanno scosso la capitale, interi quartieri di Kiev sono senza acqua e senza luce. Prese di mira infrastrutture critiche a Charkiv e anche Zaporizhzhia. Il Governo ha introdotto nuovamente un razionamento d'emergenza dell'energia elettrica a causa dei massicci bombardamenti.























