Il vertice del G7 si apre con l'invito del Presidente statunitense Joe Biden a una risposta collettiva all'insegna dell'unità, compreso il ricorso a sanzioni senza precedenti per imporre gravi costi a Putin. Canada, Stati Uniti, Francia, Germania, Italia, Giappone e Gran Bretagna si sono impegnati a perseguire Putin e il Presidente bielorusso Lukashenko. Le azioni di Putin in Ucraina rappresentano un onta per la Russia e il suo popolo. La guerra spazzerà via gli ultimi 15 anni di guadagni economici in Russia, si legge nella nota di chiusura dell'incontro avvenuto per via telematica. Intervenendo da remoto il Presidente ucraino Zelenski dice, l'obiettivo deve essere il ritiro completo dei russi. Le sanzioni adottate sino ad ora hanno costretto Mosca a lottare per rifornirsi di armi e attrezzature militari, quasi 1000 aziende del settore privato hanno lasciato il Paese. Ancora una volta Washington fa da motore e annuncia nuove misure, ad essere colpite questa volta sono tre delle stazioni televisive russe controllate direttamente o indirettamente dallo Stato. Poi sanzioni contro dirigenti di Gazprombank e Sberbank. Restrizioni per 2.600 dirigenti russi e bielorussi. Le imprese americane non potranno più fornire servizi a quelle russe. La Casa Bianca punta insomma a colpire il cuore produttivo Russo impedendo l'export di materie prime e lavorate, dal legname alla meccanica. Sospesa la licenza per l'esportazione di materiali nucleari. I leader del G7 hanno concordato sulla volontà di interrompere gradualmente la dipendenza dall'energia russa a cominciare dalle importazioni di petrolio e accelerare gli sforzi per ridurre la dipendenza anche da fonti fossili. Putin non vincerà questa guerra, dice il Cancelliere tedesco Olaf Scholz. Intanto slitta ancora il via libera dei rappresentanti permanenti dei 27 dell'Unione Europea al sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia con l'embargo graduale al petrolio di Mosca. Ci sarebbero stati progressi importanti sulla maggioranza delle misure ma resterebbe ancora lavoro da fare, tra l'altro, su come garantire la sicurezza degli approvvigionamenti e questioni tecniche da risolvere legate anche alla riconversione infrastrutturale. Il via libera dovrebbe arrivare la prossima settimana.