Nessuna pietà per i civili. Nessun cessate il fuoco. Ancora una volta l'evacuazione di Mariupol tramite un corridoio umanitario che le truppe russe avevano assicurato, per il secondo giorno di seguito è stata rimandata. I bombardamenti sono infatti ripresi appena i civili sono usciti per partire su pullman e auto, e quindi le 200.000 persone intrappolate nella città portuale sul mare di Azov restano tali. Senza acqua, cibo, elettricità e riscaldamento. Molti essendosi spostati non hanno neanche potuto raggiungere il rifugio in cui finora si riparavano. Una tragedia umanitaria che stando al Governo di Kiev si sta realizzando anche nella regione di Sumy, tra Kiev e Kharkiv, altra grande città sotto assedio e sotto bombardamento. La capitale intanto vede combattimenti sempre più intensi nella zona nord-ovest dove sono attestati russi. Battaglie strada per strada sia a Buca che a Irpin. Anche in queste zone manca tutto, per questo i civili quasi tutti anziani, donne o bambini, cercano da giorni di scappare da Irpin attraverso un ponte danneggiato ma ancora percorribile. I russi lo hanno colpito con l'artiglieria pesante uccidendo tre persone, tutte della stessa famiglia. Intanto il Presidente Zelensky denuncia che l'esercito russo è pronto a bombardare il porto di Odessa, terza città del paese e prossimo obiettivo militare, insieme alla capitale, per tagliare fuori l'Ucraina dall'accesso al mare. Zelensky dopo aver chiesto in tutti i modi e non ottenuto una no-fly zone su tutto il paese, ha descritto come sia stato distrutto l'aeroporto di Vinnytsia a sud-ovest di Kiev e ha ammonito i Leader del mondo. Se non volete proteggerci, ha detto, almeno dateci i vostri aerei in modo che possiamo proteggerci da soli. Se non ci date gli aerei, ha concluso, allora significa che volete vederci morire lentamente.