Non c'è nessuna autorizzazione implicita dell'attraversamento dei Confini. Mario Draghi sente l'urgenza di sottolinearlo perché, con il decreto che rafforza in ambito Nato la presenza militare italiana alle porte dell'Ucraina, è necessario anche ricordare che non ci sono né ci saranno attraverso questo potenziamento nostri militari nel Paese. Quelli che invece vengono aumentati sono i fondi a sostegno della protezione della nostra diplomazia a Kiev come quelli per l'unità di crisi della Farnesina, a sostegno delle operazioni in supporto ai nostri connazionali in Ucraina. 11 milioni di euro in tutto. Poi però ci sono le nostre forze armate pronta ad essere schierato su quello che rappresenta il confine orientale dell'Alleanza Atlantica, alcuni di questi Paesi un tempo erano nella sfera di influenza di Mosca ed ora sono nella Nato. In Romania e Lettonia ci sono già nostri contingenti. Il loro impiego come di tutti gli assetti italiani in ambito Nato viene prorogato per tutto il 2022. Ma sono già 1400 i nostri militari in prontezza, ovvero in gergo quelli che stanno per partire sono già partiti per essere schierati dai Paesi Baltici alla Polonia. Ed altri 2000 potrebbero aggiungersi. Inoltre sono in corso le interlocuzioni per inviarne ulteriori 250-300 in Ungheria o in Bulgaria se venisse richiesto da questi Paesi un incremento nella sicurezza delle frontiere. Infine è previsto l'Impiego di un altro unità navale logistica nel Mediterraneo Orientale e sono oltre 170 i milioni di euro stanziati nel decreto a copertura dell'intera operazione. Infine ci sono 12 milioni di euro per la cessione gratuita di mezzi e materiali di equipaggiamento militare, non letali ma di protezione, alle autorità governative dell'Ucraina.