Kharkiv al momento è una città senza bambini. Chi ha potuto li ha portati lontano, il più lontano possibile dalla guerra. I parchi giochi e i playground sono deserti. Per le strade si vedono quasi solo adulti e anziani, l'unico padre che incontriamo è l'eccezione che conferma la regola. Al confine con la Russia, di fatto bilingue ma qui si parla più russo che ucraino, Kharkiv era una città eclettica, famosa per le sue 24 università e i tanti studenti stranieri che venivano a fare periodi di studio qui. Ma anche la cultura non è stata risparmiata dalla furia delle esplosioni. 1700 scuole e università colpite nel paese di cui 130 perdute per sempre. Più di un decimo di questi obiettivi erano nell'aria di Kharkiv. Una di queste è la sede della facoltà di economia, ridotta a un cumulo di macerie. Si tratta di un danno collaterale, la sua colpa principale è essere accanto alla sede dei servizi segreti ucraini, target militare primario per i russi che qui hanno scaricato bombe dagli aerei, colpi di artiglieria e missili a lungo raggio. Tutto è sbriciolato, androne, corridoi, tetto, cortile, scale. Per terra si trovano ancora i libretti universitari degli studenti. Sugli scaffali rimasti in piedi i libri su cui studiavano. Ricordi del passato di prima che arrivasse la furia delle bombe. Qui ci sono le classi. Vedere queste aule distrutte è particolarmente doloroso, perché significa colpire al cuore il futuro di un paese. In queste aule generazioni di studenti provavano a costruire il proprio avvenire. L'assedio dei russi ha oltraggiato palazzi governativi, scuole e università ma soprattutto i luoghi dove la gente abitava, andava a lavorare, viveva. Alcuni quartieri sono interamente distrutti ma non c'è alcuna zona che sia stata completamente risparmiata. Al piano terra di questa antica casa del centro c'era un vecchio e popolare pub inglese che all'ingresso aveva una statua di Hemingway e alle pareti una frase di Shakespeare: "Il diavolo ti ascolta". Qui i giovani venivano a bere, mangiare, chiacchierare e divertirsi. La Kharkiv di oggi però non è più una città per bambini e purtroppo neanche per giovani ragazzi.