Il tono è quello rispettoso che si riserva in genere al Vaticano, ma la sostanza non cambia. Le parole del Papa sull'Ucraina vista sull'orlo della sconfitta e quindi invitata al al negoziato non sono piaciute né alla Nato né tantomeno a Kiev, nonostante i chiarimenti della Santa Sede. L'Ucraina ha convocato il Nunzio apostolico per comunicargli la propria delusione per le dichiarazioni di Francesco. Non solo Zelensky ostenta sicurezza e parla di una situazione decisamente migliorata al fronte, altro che bandiera bianca. Se l'Ucraina resiste, avverte Zelensky, i soldati francesi promessi da Macron possono restare a casa. La resa di Kiev non ci darebbe la pace, commenta lapidario il Segretario Generale della NATO Stoltenberg, proprio nel giorno in cui a Bruxelles la bandiera svedese viene alzata accanto a quella degli altri 31 membri della NATO. Joe Biden, cattolico, affida il proprio commento a un portavoce della Casa Bianca. Il Presidente degli Stati Uniti si unisce al Papa nelle preghiere ma pensa che la pace potrà essere raggiunta solo se la Russia deciderà di mettere fine a questa guerra ingiusta e non provocata ritirando le truppe. Nelle stesse ore in un'audizione al congresso, l'intelligence americana definiva gli aiuti all'Ucraina essenziali per fronteggiare un'intensificazione nella cooperazione fra Russia, Iran, Corea del Nord e Cina. Gli aiuti sono bloccati in Parlamento dall'opposizione dei repubblicani, un'ulteriore prova di come Donald Trump veda la faccenda arriva da Viktor Orban, che ha incontrato l'ex Presidente in Florida. Se tornerà alla Casa Bianca, dice il Premier ungherese, Trump non sgancierà un centesimo per l'Ucraina, ma ha già un piano dettagliato per la pace. Non sganciare un centesimo, probabilmente, fa parte di questo piano.