Fase due di guerra e anche un importante cambiamento, un importante cambiamento ai vertici militari che guidano la guerra da parte dei russi, e dunque cambia la strategia. I nuovi vertici utilizzano metodi già utilizzati in Siria, per esempio, dunque un massiccio uso dell'aviazione per evitare scontri di terra, se non dove necessario. Dunque si attacca Kharkiv, Severodonetsk e ancora Kherson, che è l'ultima porta prima di entrare e sfondare verso Odessa, e chiaramente a Mariupol. Qui è necessario però utilizzare le forze di terra, che arrivano dalla Crimea, territorio russo non riconosciuto dalla comunità internazionale. Un attacco che arriva ancora dai mezzi anfibi sul Mar Nero, con tiri di artiglieria, e poi dalla madrepatria russa. La volontà strategica è cambiata. È quella di occupare tutta l'area del Donbass geografico e dunque anche i pochi attacchi sporadici sull'area di Kiev e su quella di Leopoli avvengono, in questi ultimi giorni, più che altro per frenare le forze ucraine in quest'aria, mantenerle comunque in guardia, evitare dunque un concentramento di forze nell'est. E poi anche, chiaramente, rompere, disarticolare le linee della logistica ucraina. Andiamo a vedere nel dettaglio però quanto accade a Mariupol, perché qui i russi debbono operare su più fronti. Da una parte abbiamo detto dal Mare d'Azov, che è il mare chiuso, porzione del Mar Nero che si chiude con lo stretto di Kerch. Poi debbono colpire la zona della città vecchia, abbiamo dato il simbolo del teatro perché quello che meglio conosciamo, chiudere le strade con i propri mezzi armati verso la Crimea e poi a Est, e colpire duramente questa area periferica per modo di dire, nel senso che è molto vicino al centro della città, ma è meno abitata, e la zona della ultima resistenza ucraina, in parte dell'esercito regolare, in parte del Reggimento Azov, stiamo parlando dell'acciaieria Azovstal, su cui si concentrano i bombardamenti. Poco facile comprendere quello che accade veramente e in particolare quante forze sono rimaste qui, quante forze ucraine, però il rapporto è 1 a 10. Si immagina 600-1000 combattenti ancora in armi che hanno di fronte una resistenza veramente sempre più complicata. Utilizzano i tanti cunicoli che sono sotto l'infrastruttura, dovremmo vedere nelle prossime ore, nei prossimi giorni, nella prossima settimana, quello che accadrà qui. È l'ultima aria su cui ancora si combatte ora per ora, giorno per giorno.