Lo strumento è virtuale ma il messaggio tutt'altro che privo di ricadute concrete. Mosca inserisce Meta, la società statunitense cui fanno capo Facebook, WhatsApp e Instagram, nella sua lista delle organizzazioni terroristiche ed estremiste. Lo fa come ultimo atto di una battaglia che è un altro fronte della guerra in Ucraina. Lo scorso marzo, pur per un breve periodo, Facebook e Instagram scelsero di non censurare i messaggi di odio rivolti contro l'esercito russo, contro la Russia in genere e contro il Presidente bielorusso Alexander Lukashenko. Per questo un tribunale russo aveva messo al bando le attività di Facebook dal paese giudicandole estremiste. Il ricorso di Meta contro questo provvedimento è stato rigettato poi a giugno. Dunque adesso la società americana non può più operare nel paese e i cittadini russi che cercheranno di accedere a WhatsApp, Facebook e Instagram, cosa già finora non semplicissima, rischiano sanzioni o addirittura processi. Una vendetta per il Cremlino contro un gigante tecnologico che incarna perfettamente il nemico statunitense. Per Meta il danno è relativo: quello russo non è certo il suo principale mercato. Ma per la circolazione di immagini e informazioni forse qualche preoccupazione in più resta.