Il rischio di escalation è troppo alto, la Germania esclude l'invio di armi di precisione a lungo raggio all'Ucraina anche se dovessero deciderlo gli alleati della NATO. Il cancelliere tedesco Scholz non esita ad esprimere contrarietà assoluta all'ipotesi che invece circola in più paesi dell'Alleanza Atlantica; soprattutto se ne parla a Londra dove il premier Stoermer è stato sollecitato da sei ex ministri britannici a dare il proprio consenso mentre il presidente americano Biden valuterebbe concretamente la possibilità anche se per ora la decisione è rimandata a fine mese quando ci saranno i lavori dell'assemblea generale delle Nazioni Unite. Per il sì, sarebbe inoltre orientata la Francia, la Finlandia, la Svezia. L'Italia resta contraria ma la riflessione in corso vede diverse visioni anche tra i favorevoli con Biden consapevole dell'importanza della decisione nella corsa alla Casa Bianca tra la sua vice Kamala Harris e Donald Trump. Una questione spinosa all'indomani della rivelazione da parte del presidente ucraino Zelensky di una telefonata con il tycoon americano che avrebbe confermato il proprio deciso sostegno. E mentre l'occidente valuta quanto questa decisione possa effettivamente cambiare le sorti della guerra e quindi quanto il rischio di escalation con il Cremlino sia concreto, con Mosca che per il momento esclude il ricorso alle armi nucleari affermando che però la sua pazienza sta per finire, le forze russe continuano ad avanzare nell'est dell'Ucraina; anche la scorsa notte hanno lanciato droni e un missile neutralizzato dalla contra-aerea di Kiev che comunque continua a sperare sul riposizionamento di un gran numero di soldati russi dal Donbass alla Regione di Kursk per rispondere all'offensiva ucraina lanciata all'inizio di agosto.