90 missili, 100 droni e 117 obiettivi colpiti. L'offensiva russa della scorsa notte è la risposta agli attacchi di Kiev con i missili occidentali. Putin rivendica così i raid ai siti energetici dell'Ucraina in un momento cruciale, con l’inverno alle porte. Più di un milione di abitanti senza corrente, black out nella regione di Leopoli e nel nord-ovest del Paese, oltre al blocco di trasporti e dell'erogazione dell'acqua e la chiusura delle scuole. Immediata l'accusa di Zelensky alla Russia per aver colpito le infrastrutture energetiche con bombe a grappolo, di fatto minando questi siti e complicando gli interventi per ripararli. Un'escalation, ha denunciato il Presidente ucraino sui social, "spregevole". Con i raid russi è stata ordinata l'apertura dei rifugi per i civili nella capitale Kiev, dove l'allarme aereo è durato più di nove ore e i detriti dei missili caduti non hanno provocato vittime. Nel frattempo, a Washington, Donald Trump ha chiamato Keith Kellogg per una svolta nel conflitto. Generale dell’esercito, veterano di guerra dal Vietnam all’Iraq, fedelissimo già nel primo mandato alla Casa Bianca di Trump, viene nominato Inviato Speciale per Ucraina e Russia. Il suo piano, anticipato in un editoriale di alcune settimane fa, non si sa quanto condiviso dal futuro Comandante in Capo, spingerebbe Kiev verso i colloqui di pace con la minaccia di bloccare gli aiuti militari. Di futuro parla anche il capo dell’ufficio di presidenza ucraina, Andriy Yermak. Per lui le trattative con la Russia potrebbero partire dalla situazione al 23 febbraio del 2022: come dire, la Crimea potrebbe essere sacrificata. La fine della guerra in 24 ore, come più volte promesso da Trump in campagna elettorale, sembra ancora lontana.