Nessun passo indietro, nessun tentennamento. Vladimir Putin nel decimo giorno di guerra, circondato da hostess sorridenti dell'Aeroflot, continua a difendere l'operazione in Ucraina. Non guerra, non invasione, sia chiaro. Tutto sta andando secondo le previsioni, le infrastrutture militari ucraine sono state quasi completamente distrutte. Le operazioni procedono come da programma. Zar Vladimir ha però deciso di mostrare anche il suo lato più aggressivo. Ha definito le sanzioni economiche una dichiarazione di guerra, e quanto alle violazioni dei corridoi umanitari queste sarebbero da imputare ai nazionalisti ucraini. Riguardo una possibile no-fly zone è altrettanto netto. Ma a parte ciò, ha aggiunto che oggi non ci sono i requisiti per la dichiarazione dello stato di emergenza. Questa avrebbe senso solo se sussistesse il pericolo imminente di un'invasione che, ha spiegato, allo stato è improbabile. Dichiarazione che però viene smentita dalla realtà dei fatti, visto che le poche libertà di espressione e le sparute voci del dissenso sono state represse. Prova ne sia la nuova normativa che prevede il carcere ...ci anni per i giornalisti accusati di diffondere notizie false. Motivo per cui si è verificato un vero esodo di testate internazionali dalla federazione. BBC, ABC, CNN, CBC hanno chiuso i loro uffici di corrispondenza tremendo per l'incolumità dei colleghi che lavorano sul campo. La lista diviene sempre più lunga, che vede oltre la BBC che ha comunque annunciato di proseguire sulla radio a onde corte, Voice of America, Radio Free Europe Radio Liberty, l'emittente tedesca Deutsche Welle, il sito web lettone Medusa. Meta che controlla Facebook, Instagram, i servizi di messaggistica istantanea WhatsApp e Messenger ha intanto limitato l'accesso a Russia Today e Sputnik in tutta l'Unione Europea, così che la mannaia russa incarnata dell'autorità Roskomnadzor è calata quindi su tutti questi Social, e ora la Russia è in silenzio.























