Sembrava fosse questione di ore l'approvazione della legge che avrebbe dovuto prorogare l'autorizzazione all'invio di materiali, mezzi ed equipaggiamenti militari all'Ucraina e invece l'esame del decreto è slittato. Secondo fonti di governo l'ordine del giorno era già molto carico di questioni urgenti e si è deciso di rinviare, ma è un fatto che sulla questione di fornire armi a Kiev resti l'ombra di una tensione interna alla Maggioranza, soprattutto nella Lega di Matteo Salvini, che non nasconde la proprie ostilità a nuovi invii e non ha alcuna voglia di fare nuove guerre. Del resto, gli fa ecco il capogruppo del Carroccio al Senato, Romeo. Una cosa è difendere l'Ucraina, altro è alimentare un conflitto. Una semplice proroga rischia di non essere allineata al percorso negoziale. Immediato l'attacco delle Opposizioni che vedono nel rinvio la dimostrazione di una linea politica fragile condizionata da veti interni, tanto che per il Responsabile Nazionale Esteri del PD, Provenzano a dettare l'agenda politica alla Premier è Salvini, il quale tenta di sostituirsi ai Ministri Tajani e Crosetto, continuando peraltro a evidenziare il suo filo putinismo. Di ipocrita teatrino parla Giuseppe Conte, che invita il governo Meloni a chiedere scusa e ad ammettere dopo oltre tre anni il fallimento di tutte le strategie, a partire dalla scommessa sulla vittoria militare dell'Ucraina. .























