Insomma, lo ammette lo stesso Presidente ucraino, la guerra sta entrando in una fase terribile con la Russia che prosegue la sua campagna, mentre si intensificano gli sforzi ucraini per fronteggiare le innumerevoli sfide che vengono poste da un Paese sostanzialmente raso al suolo, un Paese continuamente bersagliato da raid e che oggi deve misurarsi con un inverno che si approssima e potrebbe colpire ancora più duramente una popolazione già stremata. Zelensky sostiene che entro l'anno saranno 100 mila i caduti da parte dell'armata, partendo dalla cifra di 88mila che ventiquattr'ore fa era stata diffusa da Ukrinform e che naturalmente non può essere verificata. Certo è che, al di là dei numeri, Mosca non intende arretrare, dopo aver ceduto parte dei territori conquistati ha deliberatamente deciso di abbattere tutte le infrastrutture civili ucraine. Un terzo della popolazione è ancora senza luce e acqua e nella capitale questa percentuale è al 25%, ad alleviare in parte le sofferenze, gli Stati Uniti che oltre agli armamenti hanno deciso di stanziare aiuti per 50 milioni di dollari, per riparare le infrastrutture. Non cessano però i raid russi su Kherson dove è stato colpito anche un ospedale. Mosca non recede neanche sul fronte diplomatico dopo la protesta dell'Ambasciatore russo per le parole del Papa, ha rincarato la dose con il falco Kadyrov che, rivolgendosi al Pontefice, ha detto: "Spiace che una personalità religiosa del suo calibro non conosca l'Islam, noi non cominciamo mai una battaglia senza un'offerta di pace". Intanto Kiev denuncia, nove navi russe comprese cinque portaerei con una capacità di lancio totale di 76 missili, incrociano oggi nel Mar Mediterraneo.