Sono solo 100 giorni ma sembrano già una vita. Arriva a questo primo traguardo già stanco, fiaccato, il governo del primo ministro britannico Rishi Sunak. Mentre il premier è alla Camera dei Comuni per rispondere alle domande del consueto Question Time del mercoledì, per le vie del centro di Londra manifestano insegnanti, dipendenti pubblici, ferrovieri, autisti di autobus. Si stima che abbiano incrociato le braccia mezzo milione di persone, il più grande sciopero dell'ultimo decennio, per chiedere salari in linea con l'inflazione oltre il 10% e condizioni di lavoro migliori. Una massa imponente di persone, al punto che i media britannici, parlano di mini lockdown. Gli scioperi andranno avanti anche nelle prossime settimane, preoccupa in particolar modo il 6 febbraio, quando a incrociare le braccia saranno sia gli infermieri, che gli addetti alle autoambulanze. Ma Rishi Sunak, ha anche altre grane. Innanzitutto, deve trovare un sostituto per il presidente del partito conservatore, Nadhim Zahawi, costretto alle dimissioni dopo che è stato trovato ad evadere le tasse, proprio mentre ricopriva il ruolo di ministro delle finanze e poi, ci sono le accuse ripetute al vicepremier Dominic Raab, per bullismo. Insomma, la stabilità appare ormai un'utopia per il Regno Unito. Tutto questo, mentre si tracciano i magri bilanci di tre anni di Brexit, che costa 100 miliardi di sterline l'anno e il Fondo Monetario Internazionale rende noto che, stando alle previsioni della crescita, il Regno Unito farà persino peggio della Russia ed è l'unico Paese del G7 e dell'economie maggiori, a subire una contrazione del proprio Prodotto Interno Lordo: -0,6%.