Alla vigilia di un anno elettorale, il rischio di intromissioni russe nel sistema democratico britannico torna a preoccupare. E nuove rivelazioni corroborano sospetti e paure. L’ultimo allarme è stato lanciato da un viceministro alla Camera dei Comuni. Leo Doherty, impegnato al Ministero degli Esteri, ha reso noto come la principale agenzia di intelligence russa (FSB) avrebbe cercato di intromettersi nella politica e nei processi democratici della Gran Bretagna attraverso una campagna informatica portata avanti dal 2015, l’anno prima della Brexit. Nel mirino sarebbero finiti Parlamentari, Lord, funzionari pubblici, giornalisti e ONG: un centinaio di soggetti in tutto. Senza entrare nel dettaglio, il viceministro avrebbe comunque rassicurato che la campagna di influenza sarebbe stata “infruttuosa”. Due russi coinvolti nell’attività sono stati sanzionati e l’Ambasciatore è stato convocato. I tentativi della Russia di interferire nella politica del Regno Unito sono del tutto inaccettabili, il commento del Ministro degli Esteri David Cameron, e cercano di minacciare i nostri processi democratici. Nonostante i loro ripetuti sforzi, hanno fallito. Dura condanna è arrivata anche dalla Ue. "Monitoriamo da vicino ogni tentativo di attacco cibernetico ai nostri processi democratici, specialmente in vista delle prossime elezioni europee", si legge in un comunicato. Star Blizzard, il gruppo ritenuto responsabile dell'attività di hackeraggio, prenderebbe dirette indicazioni dall’FSB. Il governo britannico aveva già accusato la Russia, in passato, di usare queste tattiche.