Aeroporti chiusi, strade sommerse, case senza tetto, ospedali evacuati, linee telefoniche interrotte. É emergenza in Texas, e in particolare a Houston, per il passaggio dell’uragano Harvey, il più potente ad essersi abbattuto sugli Stati Uniti dal 2005 ad oggi e che ha fatto registrare anche le prime vittime e diversi feriti. “È una situazione senza precedenti”, si affrettano a dire dal Servizio meteorologico nazionale, e il peggio potrebbe ancora arrivare perché, nonostante sia stato declassato a tempesta tropicale, Harvey nei prossimi giorni continuerà a scaricare pioggia su un territorio già devastato. La Guardia Nazionale mobilita tremila uomini e più di 500 mezzi. A complicare i soccorsi anche il forte vento. Drammatiche le richieste di aiuto che viaggiano soprattutto sui social media dove si moltiplicano gli appelli ai soccorritori. Gli autori dei post e dei tweet lasciano il proprio indirizzo e numero di telefono. I soccorritori con gommoni ed elicotteri setacciano città e villaggi in cerca di persone intrappolate da acqua e fango, ma molte zone restano isolate e inaccessibili. “State in casa, rifugiatevi sui tetti e non prendete l’auto” è l’appello lanciato ai suoi cittadini dal sindaco Sylvester Turner, che difende la sua scelta di non aver fatto evacuare la città prima dell’arrivo delle piogge. “Non c’erano abbastanza elementi per capire quali aree sarebbero state maggiormente colpite” ha spiegato Turner e poi non si era compresa fino in fondo la portata del fenomeno e adesso è troppo tardi per allontanare le persone di fatto intrappolate nelle proprie case e da giorni senza elettricità. Domani in Texas è previsto l’arrivo di Donald Trump.