Mentre il Paese si prepara al lungo week-end del Giorno del Ringraziamento, negli Stati Uniti è tempo di sondaggi. Gli ultimi in campo democratico vedono Joe Biden di nuovo in testa a livello nazionale fra i vari candidati alla nomination. Superato nel mese di ottobre dalle posizioni più radicali di Elizabeth Warren, l'ex Vicepresidente, secondo gli ultimi rilevamenti, sarebbe ora nuovamente in vantaggio, con il 24% delle preferenze. Dietro di lui, in ascesa, attorno al 16 %, il giovane Sindaco di South Bend, Pete Buttigieg, mentre la Warren dimezza i suoi consensi e si ferma al 14%, seguita da Bernie Sanders. Michael Bloomberg, appena entrato nella corsa, non supera invece il 3%. Ma la campagna di Biden è tutt'altro che in discesa; indebolito dai dibattiti con gli altri candidati, che non lo vedono mai emergere particolarmente, e dall'Ucrainagate, che, oltre a mettere in difficoltà il Presidente Trump, ha anche gettato ombre sulla sua immagine e su quella di suo figlio, l'ex Vicepresidente non ha ancora neanche intascato l'appoggio ufficiale dell'ex Presidente Barack Obama, che, certo, potrebbe aiutarlo notevolmente soprattutto con l'elettorato del Midwest. Secondo alcune indiscrezioni, d'altronde, Obama non sarebbe convinto che Biden possa riuscire realmente a battere Trump, senza contare la voce che continua a circolare secondo cui una candidatura di Michelle sarebbe ancora possibile. L'ex first lady, a detta del network conservatore Fox News, ancora molto amata, potrebbe scendere in campo a primarie già iniziate, soprattutto nel caso di un primo vantaggio dei candidati più a Sinistra. Ma questo è ancora l'ambito della fantapolitica. Tornando al mondo del reale, sono altri i numeri e le informazioni che rincuorano in queste ore la Casa Bianca. Le audizioni pubbliche dell'inchiesta per l'impeachment andata in scena al Congresso nelle ultime settimane non avrebbero scalfito né la popolarità del Presidente né in generale l'opinione degli americani rispetto alla messa in stato d'accusa. Circa il 50% dei cittadini si dice infatti a favore dell'impeachment, mentre il 42% resta contrario, cosi come a ottobre. Per quanto riguarda invece il tasso di approvazione di Trump, sarebbe stabile al 42%, lo stesso livello a cui era quello di Barack Obama nel novembre del 2011, un anno prima della sua rielezione.