Usa, bando migranti bis: Iraq non più in lista nera

06 mar 2017
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Il bando numero 2 è stato firmato a porte chiuse alla Casa Bianca. Donald Trump ha mandato avanti i suoi Ministri più fidati, a partire dal Segretario di Stato, Rex Tillerson, ad annunciare i contenuti alla stampa. Cautela, dunque, e basso profilo questa volta per evitare di mettere il provvedimento sotto i riflettori giudiziari e delle proteste. Non a caso alcune delle misure più ostiche contenute nel primo ordine esecutivo sono state modificate. Anzitutto nella lista nera dei Paesi oggetto di queste nuove limitazioni non c’è più l’Iraq, un partner troppo importante per la lotta allo Stato islamico. Restano, invece, Iran, Siria, Yemen, Somalia, Libia e Sudan, ma anche per questi Paesi il divieto d’ingresso non riguarderà chi, dallo scorso 27 gennaio, è in possesso di una carta verde o di un regolare visto. Non solo, sembra decadere anche l’ipotesi di accettare da questi Paesi solo rifugiati che fanno parte di una minoranza religiosa, seppure nello stesso testo del provvedimento il Presidente ci tenga a sottolineare che questa parte del primo bando era stata erroneamente interpretata come discriminatoria. Al momento il bando, comunque, riguarda tutti i nuovi rifugiati, anche perché, come si legge nel nuovo decreto presidenziale, e come precisato dallo stesso Segretario alla Giustizia, Jeff Sessions, sono almeno 300 le persone entrate come rifugiati e che ora sono sotto osservazione dell’FBI per potenziali legami con gruppi terroristici. Infine, il nuovo bando entrerà in vigore solo fra dieci giorni per permettere agli aeroporti e ai viaggiatori di organizzarsi ed evitare il caos scaturito dopo il primo ordine. A parte le questioni legate all’immigrazione, queste sono ore di tensione a Washington per altre problematiche dopo che, nel fine settimana, Donald Trump ha accusato direttamente il suo predecessore di aver messo sotto intercettazione i telefoni della Trump Tower durante la campagna elettorale, accuse che l’FBI ha chiesto al Dipartimento di Giustizia di ritirare in quanto, secondo la legge americana, non è possibile per un Presidente in carica comandare od ordinare intercettazioni su un privato cittadino. Trump, però, non ci sta a queste precisazioni dell’FBI che reputa inaccettabili.

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