Un primo battito cardiaco, fa già un essere umano? La questione può sembrare esistenziale, ma in Georgia in queste ore è diventata legislativa. Il governatore repubblicano Brian Kemp ha, infatti, firmato una legge con cui si vieta l’aborto da quando il feto ha un battito, vale a dire circa dalla sesta settimana di gravidanza, sovvertendo la precedente legislazione che fissava a 20 settimane il limite ultimo per un'interruzione e scatenando le proteste delle organizzazioni per i diritti civili che fanno notare come in molti casi, in uno stadio così iniziale, le donne non si rendono neanche conto di essere incinte. Una normativa in tal senso rischia, fanno notare gli attivisti, di creare un divario tra chi può e chi non può permettersi economicamente di andare in un altro Stato per affrontare la procedura, senza contare che incentiverebbe inevitabilmente gli aborti clandestini. Leggi simili negli ultimi mesi sono state approvate in Ohio e in Mississipi, ma ancora non sono mai state messe in pratica, mentre in Iowa un giudice ha già bocciato un provvedimento di questo tipo perché ritenuto incostituzionale. La battaglia legale sarà inevitabile anche in Georgia. L'interruzione di gravidanza con la sentenza della Corte Suprema Roe vs Wade, viene considerata un diritto a livello federale e anche nell'era Trump con gli equilibri in parte cambiati fra i nuovi giudici della Corte più alta, finora sulla questione aborto è sempre prevalsa la continuità con quanto venne deciso nel 1973.