Ripartire insieme dopo la pandemia. La missione in America del Ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, ha questo obiettivo e non potrebbe arrivare in un momento più adatto. Nei primi mesi di quest'anno, le esportazioni italiane negli Stati Uniti, sono già sopra i livelli 2019, gli investimenti reciproci superano i 30 miliardi e l'interesse verso il nostro Paese, è alto. "C'è un interesse, naturalmente i negoziati hanno la dosi di riservatezza che devono avere. Però si tratta esattamente, direi, di due frontiere strategiche, quella della produzione di semiconduttori, altrimenti si blocca mezza industria nazionale e quella chiaramente della produzione di farmaci, di vaccini, non tanto per questa pandemia, ma in prospettiva, per quello che potrà anche venire. Quindi sicuramente sono due dossier su cui siamo molto impegnati, dove dovremo portare un risulto". Costruire all'estero, in un Paese amico, consentirebbe agli Stati Uniti di liberarsi della dipendenza dall'Asia, in alcuni settori strategici. In Italia, potrebbe miliardi di investimenti e migliaia di posti di lavoro. Con i consiglieri della Casa Bianca, Giorgetti ha condiviso anche le preoccupazioni sull'aumento dei prezzi dell'energia. "Senza energia, un'economia, una società si ferma e quindi il problema dell'autosufficienza energetica, diventa un problema da valutare, da valutare a livello nazionale, ma a livello anche sovranazionale e tre alleati, come nel caso specifico con gli Stati Uniti". "E come lo si può risolvere?" "Diversificando le fonti di approvvigionamento di produzione di energia, certamente le rinnovabili, certamente il gas, quello che resterà a scadenza ... ma anche, secondo me, cominciare a ragionare, in modo scientifico e oggettivo, rispetto al nuovo nucleare pulito, ecco". Il Ministro non nega di aver trovato, negli americani, una particolare consonanza, con il Governo guidato da Mario Draghi, un esecutivo nel quale, dice, la Lega è entrata per senso di responsabilità, consapevole del costo, in termini di consenso.