C'è forte attesa per il discorso di Benjamin Netanyahu al congresso degli Stati Uniti. L'intervento del Primo Ministro israeliano a Capito Hill che batterà il record per il numero di volte in cui un leader straniero ha ricevuto questo onere, viene visto come una sfida dagli esponenti della sinistra Dem che si oppongono al modo in cui Israele sta conducendo la guerra a Gaza da oltre nove mesi. Questo d'altronde non sembra essere il momento migliore per l'arrivo di Bibi a Washington, il leader dei Likud incontrerà nelle prossime ore a Mar a Lago Donald Trump, ex presidente, e candidato repubblicano alle presidenziali che si è rifiutato di parlargli per ben tre anni e mezzo. Poi giovedì nella capitale vedrà il presidente, un Joe Biden che ha appena fatto un passo indietro e la sua vice, una Kamala Harris, sempre più vicina alla candidatura alla Casa Bianca. Una prova per Netanyahu che ha già promesso ai familiari dei rapiti incontrati a DC che c'è un margine di manovra per un accordo con Hamas, per provare a ripristinare il supporto americano, che a volte sembra vacillare. Intanto l'accordo raggiunto in Cina tra il movimento islamista a Capo di Gaza e Fatah per un Governo di unità nazionale al termine della guerra a Gaza, ha portato il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz, a puntare il dito contro il presidente palestinese Abu Mazen, che così facendo, afferma Katz abbraccia gli assassini di Hamas. Dichiarazione a parte, quello che è certo per ora è che la fine del conflitto è ancora lontana con i carri armati della IDF che spingono ancora più in profondità nella parte orientale di Khan Yunis.