L'indirizzo conservatore della Corte Suprema con altre due sentenze che stanno facendo discutere continua a plasmare gli Stati Uniti verso una società sempre più tradizionalista. Dopo aver abolito l'altro ieri l'azione affermativa, pratica che permetteva alle università statunitensi di esercitare una discriminazione positiva considerando la razza come criterio per la selezione dei propri studenti, i saggi hanno deciso di mettere un freno al piano del Presidente degli Stati Uniti Joe Biden e di cancellare parte del debito degli studenti universitari. Una decisione che va a intaccare circa 40 milioni di americani e che vale più di 400 miliardi di dollari. Secondo la Corte, il Presidente non ha l'autorità per attuare un piano del genere, quindi dovrà rinunciare a metterlo in pratica. Una decisione che ha creato malumore nell'inquilino della Casa Bianca. In campagna elettorale, aveva puntato su questo argomento proprio Biden per mantenere fede a quanto detto prima delle elezioni, ha promesso battaglia: "Non mi fermerò di fronte a nulla per trovare altre strade per aiutare le famiglie della classe media", ha detto il Presidente degli Stati Uniti. La Corte Suprema non si è occupata soltanto di debito studentesco ma ha anche colpito i diritti della comunità LGBTQ. I saggi hanno dato ragione ad una web designer del Colorado cristiana evangelica che si era rifiutata di prestare i propri servizi professionali per un matrimonio omosessuale. La Corte le ha dato ragione andando contro le leggi dello Stato che vietano alle aziende che servono il pubblico di discriminare sulla base dell'orientamento sessuale. La maggioranza conservatrice ha fatto leva sul primo emendamento americano che garantisce la libertà di espressione religiosa; una vittoria, dunque, per i gruppi religiosi mentre Biden si è detto preoccupato della possibilità che la decisione possa spingere ad una maggiore discriminazione contro la comunità LGBTQ.