“I'm happy to speak to you from my home.” C'era una volta, tra gli anni 30 e 40, la Fireside chats di Franklin Delano Roosevelt, letteralmente un racconto del focolare che il Presidente in 30 occasioni rivolse ai suoi favor Americans. La conferenza stampa in TV di JFK. Attraverso il piccolo schermo, nel 1963, il Presidente proclamò l'indimenticabile discorso sui diritti civili. Nel 2020, invece, il palcoscenico è tutto dei tweet di Donald Trump. Più di 87 milioni di seguaci e una media di 10 messaggi al giorno, aumentati, però, in questi ultimi giorni di campagna elettorale, dove attacca non proprio velatamente i suoi avversari. Cinguettii che, agli occhi di molti elettori, gli garantiscono autenticità. “It's not cam el uh!” “It's not kuh mahl uh!” “Not karmel uh!” “It's Kamala!” E all'autenticità dei bambini si è affidata anche Kamala Harris che proprio su Twitter ha pubblicato un video in cui un gruppo di piccoli insegna la pronuncia corretta del suo nome a chi ha ancora qualche difficoltà, che alcuni attenti lettori dei tweet di Donald Trump sembrano invece avere ancora.