La guerra convenzionale con armi e tecniche militari è impossibile, quella non convenzionale, cioè con il sostegno clandestino di una parte della popolazione è in corso, ma non basta. Oggi in Venezuela si combatte anche la cyberguerra con l'uso di tecnologie informatiche ed elettroniche. Il ministro dell'informazione di Maduro non ha dubbi, aerei e spie americane sono state intercettate più volte nei cieli intorno a Caracas e con grafiche e documenti video e dati Rodríguez prova a monopolizzare l'attenzione dalla TV di Stato. “Come possiamo giustificare le attività americane, i loro aerei sono entrati illegalmente e pericolosamente a casa nostra”. Nei cieli una spy story, a terra la desolazione, l'aeroporto Maiquetia è al buio, colpa di uno dei tanti blackout che si ripetono da mesi. La gente è rassegnata, il Paese è bloccato. Intanto per strada a Caracas ci si arrangia come si può, senza elettricità infatti, le riserve di cibo vanno a male, i bancomat sono inservibili, i distributori di benzina non funzionano e si intravedono nuovi mezzi collettivi per risparmiare carburante. “Non ce la facciamo più, ogni giorno è la stessa storia, e quello che succede a Caracas è sempre meglio del resto del Paese”. Cosa sta succedendo? Maduro accusa di sabotaggio Donald Trump, i continui blackout sono anche opera sua. Il Presidente dell'opposizione Guaidò punta invece il dito contro la corruzione e la cattiva gestione, di fatto i dipendenti della compagnia petrolifera di stato non vanno a lavorare, l'inflazione, infatti, rende inutile il loro sforzo. Per incitare tutti a manifestare e a scendere in piazza gira il Venezuela Guaidò, da nord a sud, fino all'isola Margarita, svuotata dai turisti che un tempo prendevano d'assalto le sue spiagge caraibiche.