Un attacco premeditato e inaccettabile. Le parole di Benjamin Netanyahu sono chiare e tradiscono la rabbia del premier nel vedere riaffacciarsi l'incubo dei raid antisemiti nel cuore dell'Europa. Per questo ha inviato due aerei per sostenere le vittime degli attacchi e istituire un ponte aereo di soccorso per i cittadini dello stato ebraico che chiedono assistenza. In più ha invitato i propri concittadini a lasciare l'Olanda. Questo avviene a poche ore dagli scontri avvenuti ad Amsterdam prima del match tra la squadra israeliana del Maccabi e quella olandese dell'Ajax quando i supporters israeliani dopo un giro nella città si fermano nella centralissima Piazza Dam e vengono a contatto con un gruppo di persone vestite di nero. Secondo la versione israeliana i supporters del Maccabi sarebbero stati aggrediti dopo essere caduti in un'imboscata. Quel che è certo è che ne seguono dei tafferugli. Il bilancio aggiornato dalla polizia a metà mattina parla di 5 persone ferite e 62 fermate, di cui però non è stata rivelata l'identità. Inevitabile però che l'effetto sia di benzina sul fuoco. Intanto in Israele si fanno i conti con questo nuovo episodio e con la sensazione che anche in Europa stia riemergendo uno spettro che si sperava fosse stato ricacciato nei più remoti recessi della storia. Yakin Krakowski vice- presidente dell'organizzazione ebraica "La marcia dei viventi" se ne fa interprete denunciando un clima sempre più avvelenato. Assif Friedman invece è uno dei tanti passeggeri dello scalo Ben Gurion di Tel Aviv e riflette le ansie e le incertezze dell'opinione pubblica dello stato ebraico. Quell'insieme di sospetto e terrore che rendono ancora più incerta l'atmosfera sia in Israele che all'estero.