Le ultime tendenze ci fanno sperare e alcuni paesi potrebbero aver superato il picco. Ma altri non ancora e dunque la situazione non permette di dire che le restrizioni possono essere allentate, dice Andrea Ammon, direttrice del centro europeo per il controllo delle malattie. Numeri ormai però incoraggianti, almeno in Francia, dove si contano le prime riaperture e le prime code ai negozi. Restano ancora tagliati fuori, fino al 20 gennaio, i ristoranti e non mancano le proteste. Mentre per lo sci la soluzione trovata è curiosa: strutture aperte ma impianti chiusi. Polemiche anche per il tetto massimo di 30 fedeli per ogni messa, indipendentemente dalla grandezza della Chiesa, tanto che alcune organizzazioni cattoliche hanno deciso di sfidare il limite. Proteste contro le restrizioni anche in Germania, ormai quasi un appuntamento fisso del fine settimana e quest'anno praticamente deserti i tradizionali mercatini di Natale. La cancelliera Merkel chiede grande cautela per le prossime settimane ed è ormai sfida aperta con quei lander che hanno deciso di riaprire gli hotel per il periodo delle festività. Punta a salvare il business delle vacanze anche l'Austria, dove però ci si sta attrezzando per testare tutta la popolazione, così come ha fatto la vicina Slovacchia. Le operazioni dovrebbero partire tra un paio di giorni. Voglia di normalità anche in Spagna, dove le vie dello shopping sono tornate ad affollarsi dopo settimane di restrizioni. Il governo, intanto, sta mettendo a punto il piano per la vaccinazione: si parte a gennaio con personale e ospiti delle Rsa, sanitari e persone fragili, entro l'estate si coprirà tutta la popolazione. Ottimista anche il premier britannico, Boris Johnson, che assicura la disponibilità entro poche settimane del vaccino sviluppato a Oxford. In realtà, però, le prime fiale ad arrivare in Europa saranno altre, quelle di Pfizer dovrebbero ottenere l'autorizzazione dell'Ema già il 29 dicembre, quelli di Moderna il 12 gennaio.