Con l'Amministrazione americana di Joe Biden che spinge per una tregua all'interno della Striscia di Gaza prima dell'inizio del Ramadan, ovvero entro il 10 marzo, il capo della CIA William Burns volerà a Parigi per discutere con una delegazione israeliana, oltre ai mediatori di Egitto e Qatar, di un possibile accordo tra Israele e Hamas. Il nodo da sciogliere sembrerebbe essere il numero di prigionieri palestinesi da rilasciare e come verrà determinata la lista. Eppure, secondo indiscrezioni del Wall Street Journal, il movimento islamista palestinese chiederebbe il rilascio di 3.000 detenuti palestinesi dalle carceri di Israele, alcuni dei quali condannati a lunghe pene, in cambio della liberazione degli ostaggi israeliani. Una richiesta già avanzata in passato da Hamas ma respinta più volte dal Governo di Benjamin Netanyahu, che minaccia un'operazione militare a Rafah, nella parte più a Sud dell'enclave palestinese, se gli ostaggi non dovessero essere liberati entro tre settimane. Un monito che allarma la comunità internazionale, preoccupata per la sorte di circa un milione e mezzo di sfollati palestinesi che sopravvivono di stenti in un lembo di terra dove i bombardamenti israeliani non si placano e mietono vittime anche al Nord della Striscia, dopo aver colpito un edificio dell'UNRWA nel campo profughi di Jabalia che ospitava sfollati. La tensione cresce anche in Cisgiordania, dove un ragazzo israeliano ha perso la vita in un attentato terroristico, che ha visto tre palestinesi aprire il fuoco vicino ad un checkpoint non lontano dall'insediamento israeliano di Ma'ale Adummim.