Una proposta di pace ad un anno dall'inizio della guerra in Ucraina. Secondo il Wall Street Journal, il presidente ucraino Zelensky, starebbe lavorando ad un piano di pace in 10 punti di cui avrebbe già discusso con Biden, durante la visita a Washington e che presenterebbe nel periodo intorno al 24 febbraio prossimo, quando cadrà il primo anno dall'invasione russa dell'Ucraina. L'informazione arriva da diplomatici dell'Unione Europea e ucraini. Secondo il Wall Street Journal, Kiev vorrebbe prima massimizzare le riconquiste territoriali con più vittorie possibile, per poi presentarsi più forte ad un eventuale tavolo negoziale. Del piano di pace ucraino abbiamo parlato anche con i partner del G7, ha riferito il segretario di stato americano Blinken. Che la proposta è concreta lo dimostrano dunque le parole del capo della diplomazia americana, che ha spiegato di essere al lavoro per valutare ciò che ha proposto Zelensky. In ogni caso, la formula di Kiev, dice, è un buon inizio, senza però specificare quanto tempo ci vorrà, a Stati Uniti e Ucraina, per valutare congiuntamente il piano. Per ottenere la pace però, serve la volontà da entrambi i fronti. Se da una parte, infatti, l'incontro Zelensky-Biden ha suggellato ancora di più un'alleanza vitale per l'Ucraina, dall'altra ha infiammato le tensioni tra USA e Mosca, con l'ambasciatore russo a Washington che giudica la visita del presidente ucraino un segnale che USA e Ucraina non sono pronti per la pace, definendo a questo punto probabile uno scontro fra Russia e Stati Uniti. Il presidente russo prepara la guerra nei fatti, convinto dei progressi significativi sulla via della smilitarizzazione dell'Ucraina, secondo il portavoce Peskov. Lo zar ha ordinato ai capi dell'industria della difesa, di garantire che l'esercito russo riceva tutte le armi e le attrezzature nei tempi più brevi possibili per combattere in Ucraina. Mosca inoltre, prepara poi la vendetta contro il price cap europeo sul gas, mentre il Ministro dell'Energia e vicepremier Novak, ha annunciato l'intenzione di dirottare le forniture di gas dall'Europa verso altre aree del mondo, benché il mercato europeo resti rilevante.























