Centomila morti in oltre 5 anni di combattimenti, 4 milioni di sfollati interni. Non si ferma la sanguinosa campagna della coalizione militare a guida Saudita contro gli Houthi o Ansarullah come si definiscono loro, le milizie che sostenute dall'Iran controllano oggi gran parte del Paese e che rispondono ai bombardamenti sauditi ed Emirati con regolari attacchi contro le infrastrutture saudite oltre confine. Le nazioni unite provano da anni e senza successo a mediare un cessate il fuoco, denunciando entrambe le parti di crimini contro l'umanità perpetrati attraverso i bombardamenti indiscriminati contro i civili. l'utilizzo di mine, le detenzioni arbitrarie e le torture, gli attacchi quotidiani contro la società civile. La guerra in Yemen, il Paese arabo più povero, è iniziata nel 2014 quando le milizie Houthi, ostili al potere sunnita, sostenuto invece da Arabia Saudita e stati del Golfo, hanno preso il controllo della capitale Sanaa, obbligando a dimettersi nel 2015 il presidente Hadi che aveva sostituito dopo la rivolta del 2011, Ali Abdallah Saleh, poco dopo è iniziata la campagna aerea Saudita che ha finora beneficiato del sostegno logistico americano cui Joe Biden ha appena messo fine. Il coinvolgimento di potenze regionali rende questo conflitto una guerra per procura, l'ennesimo fronte dell'opposizone tra l'Iran sciita che sostiene sia finanziariamente sia logisticamente gli Houthi e i potentati del Golfo sunniti, a farne le spese sono milioni di civili, quella in Yemen è la peggiore crisi umanitaria al mondo, secondo le Nazioni Unite e non soltanto, 8 milioni di yemeniti sono minacciati da carestie, una terribile epidemia di colera ha colpito un milione di cittadini e la pandemia rende ancora più critica la condizione di milioni di sfollati.