Il 2 giugno, domani, si celebrerà l'anniversario della nascita della nostra Repubblica. Lo faremo in un'atmosfera in cui proviamo, nello stesso tempo, sentimenti di incertezza e motivi di speranza. Stretti tra il dolore per la tragedia che improvvisamente c'è toccato vivere e la volontà di un nuovo inizio, di una stagione nuova, nella quale si possa uscire, al più presto, da questa sorta di incubo globale. Tanti, fra di noi, avvertono il ricordo struggente delle persone scomparse a causa del Coronavirus: familiari, amici, colleghi, sovente senza l'ultimo saluto. A tutte le vittime, a chi è morto solo, al ricordo dei tanti affetti spezzati è dedicato questo concerto, con il maestro Daniele Gatti e l'orchestra del Teatro dell'Opera di Roma, che ringrazio molto per la loro partecipazione. Accanto al dolore per le perdite e per le sofferenze patite avvertiamo, giorno per giorno, una crescente volontà di ripresa e di rinascita civile ed economica. La nascita della Repubblica, nel 1946, segnava anch'essa un nuovo inizio, superando divisioni che avevano lacerato il Paese per fare della Repubblica la casa di tutti, sulla base dei valori di libertà, pace e democrazia. Forze politiche che erano divise, distanti e contrapposte su molti punti, trovavano il modo di collaborare nella redazione della nostra Costituzione, convergendo nella condivisione di valori e principi su cui fondare la nostra democrazia.