Per ora i due contendenti non sembrano voler cedere il passo. Al Governo italiano, che ha chiarito l’indisponibilità di Fincantieri ad un assetto azionario paritario nei cantieri navali di Saint-Nazaire, risponde oggi il Ministro dell’economia francese: “Se non ci sarà un’intesa, resteremo alla situazione attuale e cercheremo altri acquirenti”. Bruno Le Maire ha poi aggiunto che non è quel che Parigi desidera, ma insomma l’ipotesi sarà sul tavolo quando martedì incontrerà, in via XX Settembre, Pier Carlo Padoan e il Ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda. È stato quest’ultimo, ieri, a tirar su il muro: “Non arretreremo di un millimetro”. Il Ministro della difesa, Roberta Pinotti, avverte che se l’accordo che vedeva Fincantieri pronta a prendere il controllo di Saint-Nazaire, rilevando il 66% delle azioni, dovesse naufragare verrebbe meno uno dei pilastri della futura difesa europea: l’aggregazione industriale. Parigi, però, mostra a sua volta di voler tenere il punto. La decisione di nazionalizzare i cantieri navali non è stata né di destra né di sinistra, spiega ancora Bruno Le Maire: “È stata una decisione per difendere gli interessi della Francia”. La risposta italiana non sarà in ogni caso la nazionalizzazione della Telecom in una sorta di controffensiva. L’ha escluso sempre Calenda, sarebbe una fesseria. La francese Vivendi, con il suo 24% nel principale operatore di telefonia italiano, ha acquisito la direzione e controllo ai vertici di Tim. Però, il Presidente della Consob, Giuseppe Vegas, fa sapere a Parigi che occorrono approfondimenti perché potrebbe porsi ancora un problema di trasparenza di competenza della nostra Autorità di vigilanza. Infine, la questione TAV. Il Ministro delle infrastrutture francese ha garantito che l’alta velocità Torino-Lione si farà, gli impegni sono confermati ma Roma resta in allerta. Un bilaterale potrebbe svolgersi a fine settembre proprio nella cittadina francese.