Berlusconi riabilitato, le ragioni della decisione

14 mag 2018
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Un comportamento totalmente privo di segnalazioni rilevanti in termini negativi che, dunque, porta a ritenere sussistente il requisito della regolarità della condotta. È il passaggio chiave contenuto nelle quattro pagine di ordinanza del Tribunale di Sorveglianza di Milano, firmata da un collegio tutto al femminile, che, cancellando gli effetti della legge Severino, ha riabilitato Silvio Berlusconi, rendendolo di nuovo candidabile. Secondo i giudici milanesi, in sostanza, negli ultimi tre anni e dopo aver scontato la condanna per frode fiscale nell’ambito del processo sui diritti tv Mediaset, l’ex premier avrebbe avuto un comportamento da dieci e lode, anzitutto perché – spiega il Tribunale di Sorveglianza – Berlusconi ha versato a mo’ di risarcimento 10.569.000 euro all’Agenzia delle entrate, oltre a 34.500 euro di spese legali della parte civile e 1,5 milioni di spese processuali. L’ex Presidente del Consiglio ha, poi, interamente espiato la pena con superamento positivo dell’affidamento in prova ai servizi sociali, scrivono i giudici. Resta il fatto che il leader di Forza Italia sia ancora sotto processo a Milano, Roma e Torino per il cosiddetto “Ruby ter”, in cui è accusato di corruzione in atti giudiziari. Carichi pendenti che, però, secondo il Tribunale di Sorveglianza, non escludono di per sé la sussistenza della regolarità della condotta. Il perché sta tutto in una sentenza della Cassazione, secondo la quale la mera pendenza di un procedimento penale non costituisce di per sé ostacolo all’accoglimento dell’istanza di riabilitazione, in ragione della presunzione di non colpevolezza. Ma proprio a queste pendenze, invece, potrebbe appigliarsi la Procura generale di Milano, che ha ora quindici giorni di tempo, vale a dire fino al 26 maggio, per impugnare l’ordinanza emessa dai giudici della Sorveglianza. Un ricorso, però, non bloccherebbe il provvedimento di riabilitazione.

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