Raffale Cantone lascia la guida dell'Autorità Anticorruzione. L'annuncio con una lettera ad un anno dalla scadenza naturale del mandato. Il Presidente uscente dell'Anac tornerà a fare il giudice. Non posso, spiega, essere spettatore passivo in un momento così difficile per la Magistratura. Sento che un ciclo si è definitivamente concluso anche per un diverso approccio culturale nei confronti dell'Anac e del suo ruolo. Istituzione nata sull'onda di un’emergenza, ma divenuta modello all'estero e che dovrebbe rappresentare motivo d'orgoglio per l'Italia, circostanze, scrive ancora Cantone, poco riconosciute. Il Guardasigilli Bonafede ringrazia Cantone per il lavoro svolto. Con lui, dice, c'è sempre stato un dialogo virtuoso e costruttivo. Ora che tornerà a fare il magistrato la giustizia potrà contare sul suo fondamentale contributo. Anche Luigi Di Maio fa gli auguri a Raffaele Cantone e sottolinea che è stata sempre una persona leale nei confronti dello Stato, di qualsiasi Governo. Arrivò a capo dell'autorità, infatti, con un altro Governo. Nel 2014 puntò tutto su di lui Matteo Renzi. Raffaele Cantone è stato un po’ il fiore all'occhiello della scelta di investire sull'Anac, ha commentato l'ex Presidente del Consiglio, dopo aver appreso la notizia. L’addio di Cantone preoccupa i Democratici. La scelta di lasciare evidenzia secondo i DEM che il Governo non ha più la lotta alla corruzione tra le sue priorità. Timori che il Governo non condivide invece. L'Anac ha evidenziato che la prevenzione è importante quanto la repressione, dice la Ministra Giulia Bongiorno, ma se per prevenire tutto blocchiamo tutto non si fa niente. Con l'anticipo delle sue dimissioni Cantone ne ha avviato l'iter. Ora spetterà a Conte proporre un nuovo nome. Lo dovrà fare d'intesa con i Ministri Bonafede, Salvini e Bongiorno. Il Presidente del Consiglio ha a disposizione circa due mesi per indicare il possibile nuovo numero uno dell'Anac.