Sul tavolo c'è il piatto ricco Delle centinaia di miliardi di euro a cui l'Italia non intende rinunciare per rilanciare un'economia col fiato grosso, alle prese con i danni collaterali del virus. Incassato il mandato della maggioranza, Giuseppe Conte è pronto a far sentire la sua voce anche ai partner europei più severi, che temono, Olanda e Austria in testa, il ritorno della finanza allegra italiana. La posta in gioco si chiama Recovery Fund e per ora mantiene intatto il volume totale dei 750 miliardi di euro della ripartizione tra sussidi a fondo perduto, 500 miliardi e prestiti, 250 miliardi. Isussidi previsti Per l'Italia sono 81 miliardi, mentre i prestiti sono 90 miliardi, per un totale di 172 miliardi. Con una battuta alla vigilia del Consiglio europeo, il premier ha detto di stare affinando le armi, “Perché”, ha scherzato, “vorrei dire affilare, ma mi sembra una metafora impropria”. anche se le sue parole denunciano un negoziato che somiglia ad una battaglia in cui devono essere usate tattica e strategia. Il fattore tempo per il Governo italiano è dirimente, “il Recovery Fund deve essere approvato entro luglio e senza compromessi al ribasso”, ha insistito Conte. Ma c'è una spina nel fianco del Governo che mina la compattezza della sfida per i fondi europei. Si tratta del MES, il Fondo Salva Stati. Sbianchettato dalle risoluzioni della maggioranza per non creare imbarazzi, il MES divide i partner di Governo. I renziani di Italia Viva ne reclamano l’utilizzo e anche il Pd è favorevole, mentre il Movimento 5 Stelle non ne vuole sapere. Un bel rompicapo per il premier che deve stare al tavolo europeo con l'aria di chi guida un Governo che parla con una voce sola.