Del Pd si fida Giuseppe Conte, di Renzi, chissà, vista la sorpresa che lo ha colto quando è stato informato dell'addio al Pd da parte dell'ex premier. Una sorpresa dovuta soprattutto alla tempistica della scelta, spiega il Presidente del Consiglio alla festa di Articolo1 con Massimo D'Alema in prima fila ad ascoltare insieme al Ministro Roberto Speranza. Mi hanno sorpreso i tempi, questo sì, e lo dico molto francamente, e l’ho detto anche molto francamente a Matteo Renzi durante la telefonata che mi ha fatto. Non sto dicendo che questa sostenibilità, percorribilità sia venuta meno. È chiaro comunque che non ho voluto trascurare questa variazione e la formazione di gruppi parlamentari. Conte chiede ai 5 Stelle e al Pd di mettere da parte i personalismi, di lasciare l’io in disparte. Lui, scappa sul palco la battuta, lo ha mandato direttamente all'opposizione. E a Di Battista, che avverte di non fidarsi dei Dem il Presidente del Consiglio risponde così: io mi fido del Pd perché è una forza che responsabilmente ha deciso di partecipare a questa esperienza di Governo, di sostenere questa esperienza di Governo. Salvini se ne parla, ma è il passato un capitolo chiuso, che dice Conte, non si riaprirà mai più in futuro. Com'è cambiato l'orizzonte di Governo in poco tempo. Ora sull'immigrazione il Governo sostiene che si può lavorare per creare una strategia europea, aggiungendo anche, che le ONG non sono nemico del popolo. Tornando al presente. Conte non vede ancora l'amalgama ma un ottimo clima di lavoro che sarà tanto, vista l'agenda. Interventi sugli asili nido, calo demografico, investimento sui giovani, senza dimenticare il reddito di cittadinanza. “Non sono venuto a vendere fumo”, scandisce, “per riformare questo Paese ci vorranno, ed è questo l'orizzonte Temporale, almeno due anni e una maggioranza stabile” a leggere chiaramente le sue parole “che ancora è tutta da trovare, aldilà dei numeri”.