Iva e non solo, c'è la scuola ci sono i finanziamenti della cassa integrazione da ultimare con un nuovo incontro a Palazzo Chigi tra il premier Conte e il Presidente INPS, Tridico. C'è l'Europa e l'obiettivo recovery plan, c'è il decreto rilancio innanzitutto, il cui approdo in aula e alla Camera slitta di una settimana ai primi di luglio. Segno che sulle possibili modifiche un'intesa ancora non c'è, disponibilità a discuterne, invece si, come assicura il ministro dell'economia, Gualtieri che giudica pessimistiche le previsioni del fondo monetario che abbassa le stime del Pil italiano, stime che saranno comunque riviste dal Governo. Dei rischi rispetto alla nostra previsione sono al ribasso e aggiorneremo a breve la previsione ufficiale e di ciò daremo conto. Riteniamo però errato esagerare in chiave pessimistica. L'autunno non è così lontano come sempre, il Premier Conte lo sa bene e sa anche che sarà una stagione più che difficile sul piano economico e sicuramente su quello sanitario si spera meno, di certo serviranno risorse, ulteriori risorse, perché se da un lato l'idea lanciata dal premier per tentare di dare ossigeno all'economia partendo dai consumi, di ridurre, seppur temporaneamente, l'IVA non trova per ora grande favore nella stessa maggioranza, anche se le parole del ministro Dicà appaiono come una apertura, dall'altro la misura avrebbe comunque un costo. E non è tutto, lo scostamento di bilancio e cioè altro deficit dovrà ancora coprire nuova cassa integrazione e appunto l'autunno caldo dell'occupazione. Ecco che allora torna sul tavolo l'accelerazione da imprimere sul versante europeo, ma li i conti sono tutt'altro che conclusi con i paesi rigoristi o frugali come amano definirsi fermi sulle proprie posizioni. Tradotto per avere un anticipo del Recovery fund serve un piano nazionale di riforme per il quale servirà il pieno sostegno di tutta la maggioranza. Non a caso il Pd insiste su una maggiore velocità d'azione e unità di intenti e forse anche delle opposizioni. Operazione difficile. Non votiamo e sia chiaro, uno scostamento di bilancio come si apprestano a chiedere di 10 miliardi. Se non ci dicono esattamente quello che vogliono fare. Di certo Conte insiste e preme sul dossier fiscale incentivare le aziende a non utilizzare la cassa integrazione in cambio di una robusta defiscalizzazione del costo dei lavoratori l'ultima proposta sul tavolo. Ma l'allarme sui numeri al Senato, cresce.