Applausi da tutta la maggioranza e standing ovation al Senato come alla Camera. L'accordo raggiunto a Bruxelles ricompatta i partiti che sostengono il Governo. Tra i pentastellati la soddisfazione per una soluzione andata ben oltre le aspettative, considerata irraggiungibile dalle opposizioni. “Si sono spesi tanto in opposizione, strumentalizzazione e dico anche insulti se possiamo dirlo, che adesso se la cavano dicendo: va beh, lei ha combattuto per l'Italia, almeno questo glielo riconosciamo. Questo non va bene. Questo non va bene perché non è un racconto fedele a quello che è accaduto. E direi che l'applauso, in realtà... non le hanno riconosciuto l'applauso perché loro applaudono ad altro, che sono quello che sono state le politiche che si sono contraddistinte fin qui”. Matteo Renzi parla di un accordo epocale, mai in trent'anni tante risorse a disposizione, e avverte: “Adesso la partita sta nelle nostre mani, nel bene e nel male, e adesso non è facile perché la situazione esterna è complicata, perché la crisi morde severamente e perché o facciamo scelte coraggiose o saremo anche noi portati via”. Se la maggioranza torna a fare squadra, tra le opposizioni emergono divergenze. Giorgia Meloni riconosce i meriti al Governo per l'esito della trattativa europea, ma invita il Presidente Conte a fare chiarezza sugli eventuali rischi legati al Recovery Fund. Nettamente più critico Matteo Salvini. “Perché senza l'ok della Commissione europea il prestito non viene erogato. Chiamatelo freno di emergenza, chiamatelo voto a maggioranza. E' un prestito un po' strano”. Dopo l'accordo il Governo guarda avanti e tornano a galla vecchie discrepanze. Se per i 5 Stelle lo strumento del MES, dopo il patto con l'Europa, appare inutile e superato, il Segretario Dem non demorde. Non vedo motivi - afferma Zingaretti - per rinunciare ad una forma di liquidità immediata e vantaggiosa.