Sbloccare i cantieri, sbloccare l'Italia e poi, anche agli occhi di un'Europa che è sul punto di decidere come e quante risorse destinare gli Stati in difficoltà, sbloccare l'idea di un Paese impantanato nella burocrazia. Il Governo e il premier Conte, al netto della più o meno criticata formula del “salvo intese” che implica ancora qualche giorno prima che ogni provvedimento sia definitivamente messo nero su bianco, vogliono imprimere un'accelerazione, a cominciare dal via libera al decreto semplificazioni e, con esso, al piano nazionale di riforme, al quale si aggiunge la lista delle opere infrastrutturali da rilanciare, lista anch'essa cara all'Europa, a quell'Europa che guarda, osservai e poi, forse, decide. Certo, non si vive di solo Recovery Fund, ma quei 180 miliardi tra prestiti e risorse a fondo perduto serviranno, e non poco, magari a rinviare ogni decisione sul MES, che divide ancora la maggioranza, magari a ridurre l'altro deficit, e quindi debito, da fare con il prossimo scostamento di bilancio. L'autunno che attende il Paese resta complicato, soprattutto sul fronte occupazionale, e il tempo corre. Il Premier lo sa e per questo ha fretta. La decrescita, del resto, pur prevista, resta consistente viste le ultime stime europee. “Il problema è che non dobbiamo lasciarci spaventare adesso dal calo del PIL, che è ampiamente previsto, salvo ovviamente qualche dettaglio per quanto riguarda la cifra esatta. Il problema è la capacità del Paese di esprimere un colpo di reni, di affrontare con terapia d'urto questo rilancio”. Capo del Governo subito partito alla volta di un tour europeo tra Portogallo, Spagna e lunedì prossimo Berlino, che precederà il confronto al Consiglio di metà mese. Si sbloccano, dunque, nelle intenzioni, cantieri, ma anche, attraverso la digitalizzazione, i lacci che legano la pubblica amministrazione: velocizzazione degli appalti senza rinunciare ai controlli. “Ridurre le disuguaglianze tra Nord e Sud e poi rendere più competitivo il sistema Paese”. Se la posizione del PD resta di vigile attesa, quella dei 5 Stelle appare più articolata sulla strategia da tenere sul ricorso agli strumenti europei, dossier oggetto anche dei colloqui europei del Premier. Pentastellati alle prese con le possibili alleanze per le regionali, come vorrebbe Conte, tema, quest'ultimo e non solo, al centro di un incontro a Palazzo Chigi con Davide Casaleggio.