Corsa al Colle, Draghi in campo ma crescono ostacoli

24 gen 2022
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È il segnale che la politica chiedeva e la conferma che Mario Draghi vuole correre per il Colle. Dopo giorni in cui ha interpretato il ruolo dell'osservatore esterno, il Presidente del Consiglio scende in campo in prima persona. Parla e si incontra con i Segretari del partito. All'ordine del giorno il suo trasloco al Quirinale, ma soprattutto, come ed in che modo, mantenere in piedi un Governo, anche se non sarà lui a guidarlo. Il primo a varcare la soglia di Palazzo Chigi, a metà mattinata, è Matteo Salvini. Nel primo pomeriggio l'altro snodo, i consiglieri del Premier, stanno approntando un'agenda di contatti con tutti i leader, compreso una telefonata, non appena possibile, con Silvio Berlusconi. Parla al ungo con Enrico Letta, si sente con Giuseppe Conte. La comunicazione di Chigi cerca di tenere coperto questi confronti, ma sottovalutando la regola per cui un no-comment, equivale ad un si, conferma le discussioni in corso, che sarebbero stati tutti incentrati, su come non mettere a rischio l'esecutivo, a partire dalla scelta del nuovo Premier, ma anche di un eventuale rimpasto di Ministri. Si entra in un anno di campagna elettorale, Draghi, fino ad ora, ha fatto quasi tutto da solo, l'ok al Colle deve passare per una maggiore investitura di responsabilità, da parte di chi lo sostiene. È una sorta di conto quello che gli viene presentato, alla luce delle difficoltà, nel far convergere il Parlamento sul suo nome. Draghi avrebbe ricordato quanto rischiosa sarebbe, per economia e mercati, un'impasse sul Quirinale. I partiti lo sanno, motivo per cui tutti si rendono disponibili a creare le condizioni affinché possa nascere un accordo, con un bagno di realismo tutti. Senza l'ok dei partiti, Draghi non può raccogliere il testimone di Mattarella, i partiti non possono non tenere conto della volontà del Premier. Se la maggioranza si spaccasse, Draghi non resterebbe un minuto di più e forse, neanche se al Quirinale, salisse un nome non sufficientemente forte. Piaccia non piaccia, questa è la realtà dei fatti.

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