Il sottile confine tra libertà e diritti e doveri, tra il poter fare la tutela della salute, altrui, in questo caso. La necessità di far ripartire la scuola a pieno regime, pur nei limiti che le diversità territoriali e strutturali impongono. La chiamata dopo il risultato europeo a un piano tempestivo ed efficace per utilizzare le risorse ottenute. È su questi tre temi portanti che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel tradizionale appuntamento del ventaglio, saluta il mondo dell'informazione sul lavoro e la prova, nonostante le oggettive difficoltà, di servizio dell'interesse generale, laddove ha posto al centro i fatti, l'approfondimento scientifico, opposto a quelle fabbriche della cattiva informazione, le fake news. Il capo dello Stato non vuole entrare nel dibattito politico, come è dovere di chi ricopre ruoli di garanzia, dice, segno che gli equilibri sono delicati più che mai. Ma ricorda che il virus, se forse appare arginato, non di certo è scomparso, anzi, resta più che mai attuale, che per questo, soprattutto per rispetto delle tante vittime, di chi si è prodigato a curare gli ammalati, dei sacrifici affrontati, non possiamo e non dobbiamo dimenticare quanto accaduto. Quei terribili bollettini di morte che attraversavano il Paese. C'è la tendenza a dimenticare, ma non dobbiamo abbassare le difese, la libertà non va confusa con il diritto di far ammalare gli altri. Non vi sono valori che si collochino al centro della democrazia come la libertà. Naturalmente occorre tener conto anche il dovere di equilibrio con il valore della vita, evitando di confondere la libertà con il diritto di far ammalare altri. Il Presidente ricorda poi le difficoltà vissute dal mondo dell'educazione, dai giovani, dagli studenti, dai nostri ragazzi, dice, che hanno patito un anno scolastico che non ha potuto offrire loro appieno la formazione promessa: il Paese non può permetterselo. La riapertura regolare delle scuole costituisce obiettivo primario. Ringrazia i Paesi solidali con l'Italia, rimarca lo scatto dell'Europa che ora, dice, deve guardare al futuro, dopo la portata straordinaria delle misure messe in campo, iniziative che manifestano un'ambizione di significato storico. Costruire una posizione concorde non è stato un esercizio facile, riconosce. Motivo in più, dice Mattarella, rivolto al mondo politico, per programmare al meglio le risorse ottenute con un piano tempestivo concreto ed efficace.