Crisi al bivio, scontro sul voto in Senato per il calendario

13 ago 2019
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Il sentiero della crisi arriva al primo vero bivio. Tra poco meno di 24 ore il Senato, convocato dalla Presidente Casellati tra le polemiche, deciderà il calendario: da una parte si va verso il voto, già il 14 agosto, della mozione di sfiducia al Governo. Questo è il crinale che Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia vorrebbero far prendere alla crisi di Governo. Dall'altra parte, PD, Movimento 5 Stelle, Misto e Autonomie vogliono prima ascoltare le comunicazioni del Presidente del Consiglio Conte in aula il 20 agosto. “E' evidente che, se si comincia a fare una distinzione tra mozione di sfiducia, comunicazioni del Presidente Conte e il Presidente Conte non si dimette, si sta creando, da parte dei colleghi, una rampa di lancio per il Conte bis o per un nuovo Governo!” “Nella Capigruppo c'era l'accordo a maggioranza su un calendario che avrebbe previsto l'aula il 20, ascoltando Conte che veniva a riferire sulla crisi, le cui conclusioni sono a tutti ovviamente note.” Da parte sua, il leader della Lega Salvini continua a martellare sulle elezioni subito, il prima possibile ed è pronto a ritirare i suoi ministri nelle prossime 48 ore. Ha sentito Berlusconi, l'incontro tra i due è imminente. “Io confido nella saggezza del Presidente della Repubblica, a cui è evidente che non c'è una maggioranza e che c'è un Parlamento bloccato. L'Italia non si può permettere di perdere settimane e settimane! L'unica cosa che non ci interessa è scaldare la poltrona e, quindi, lo vedrete nelle prossime ore!” Il fatto politico, dimostrato anche dall'allineamento in Senato, è che l'accordo tra Salvini, Berlusconi e Meloni per rimettere insieme il centrodestra è a portata di mano. Si stanno limando gli ultimi dettagli, secondo alcune fonti del centrodestra. Il Movimento 5 Stelle intanto riflette sull'opportunità di un epilogo che non sia il voto immediato. Di accordi con Renzi non vuole sentir parlare Di Maio, che mette davanti a tutto il taglio del numero dei parlamentari, ma lascia uno spiraglio quando affida a Mattarella la decisione sui prossimi passi. “Qui nessuno vuole sedersi al tavolo con Renzi, aperture, chiusure, mezze aperture, mezze chiusure! Il Movimento 5 Stelle vuole una cosa, che si apra al taglio dei 345 parlamentari.” I parlamentari stanno tornando in fretta, richiamati di gran carriera per il voto in Senato, tutti precettati. E' il primo vero snodo di questa crisi politica e all'orizzonte si vede sorgere un nuovo centrodestra.

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